Orazio - vite nude

Un figlio cerca di salvare la madre morente parlando con gli dèi e una donna manda in frantumi i suoi progetti di vita per un esame non superato.

Una terapeuta alle prese con un utente riottoso o un trent’enne capitato ad una lezione di danza-terapia. Sono storie di disagio mentale. Esperienze umane che portano con sé un mondo di sentimenti. 

Storie diverse che mostrano altrettanti momenti storici della psichiatria italiana e diversi approcci culturali. Le fonti drammaturgiche di Orazio sono proprio queste persone, “storie in carne ed ossa” incontrate tra il 2010 ed il 2011 da Luca Vonella che, con il Teatro a Canone, ha compiuto un piccolo itinerario nelle strutture dei servizi psichiatrici italiani, raccogliendone dei materiali scenici.

Scheda_Orazio.pdf

"È nel corpo che i pazienti manifestano maggiormente i propri stati d’animo: nei gesti ripetuti, in una camminata sbilenca o geometricamente perfetta c’è un messaggio che f at ica a f arsi ascolt are con le parole. Ed è nel corpo che infatti Vonella cerca una traduzione artistica, con un tappeto sonoro usato per riempire lo spazio"  

(INsensINverso. Le periferie dell’arte e dell’anima, di  Andrea Pocosgnich suTeatro e Critic

 "Sedie disposte a quadrato attorno a uno spazio vuoto, luce soffusa, attesa in quanto pensiero dell’azione. Luca Vonella dà vita a una raccolta di tre storie, tre novelle sottoforma di rappresentazione; un Hemingway nostrano che si è avventurato nei padiglioni dei manicomi ed è tornato per testimoniare che la realtà, a volte, è meno atroce di quel che sembra."

(Atti unici, attori e atti mancati di Pamela del Grosso su www.ninascrive.blogspot.it)