LA FINZIONE VERITIERA
Storia di San Genesio commediante e martire (2019)
Tratto dal testo di Lope de Vega Carpio

Spettacolo da realizzarsi presso chiese e cortili o grandi sale vuote

Attore stimato e capocomico di una compagnia di mimi e commedianti, nell’anno 303 d.C., Genesio viene impalato da Diocleziano e diventa martire. Il motivo è semplice ma la sua “colpa” si consuma in una situazione complessa

il mimo romano è incaricato di mettere in scena una farsa del rito battesimale dei cristiani, allora perseguitati crudelmente ma sopraggiunge in lui una crisi mistica. Si converte durante la rappresentazione e di fronte all’ Imperatore, improvvisando preghiere ed inni a Gesù. Tutto accade nel confine delicato tra finzione teatrale e realtà che in questo raro caso, vengono a sovrapporsi.

Note di regia

Questo spettacolo mi è stato commissionato dall’ideatore del Festival ‘Millennium Sancti Genesii’, ex assessore alla Cultura del ridente paesino collinare di Castagneto Po. All'inizio del processo creativo, mi veniva un mente il dramma liturgico del Quem Quaeretis degli inizi del X° secolo d. C. ed ai misteri medievali, le antiche drammatizzazioni dei brani della Bibbia che iniziarono nei presbiteri dei monasteri cluniacensi della Borgogna e si svilupparono nel corso dei secoli nelle piazze rinascimentali italiane. Per questo, la prima parte di questo spettacolo è collocata sul sagrato di una chiesa, su uno di quei palchi in legno traballanti in cui recitavano i comici girovaghi di una volta. Pensavo ai Mistery plays realizzati a York nel XIV secolo, mentre impostavo una pedana a forma di “T” nella navata centrale della stessa chiesa per ambientarvi la seconda parte dello spettacolo. Su questa pedana rialzata agiscono gli attori e attorno, come fossero invitati ad una cena, sono seduti gli spettatori. Non avevo in mente uno spettacolo filologicamente medievale ma avvertivo il bisogno di aggrapparmi alle suggestioni di una tradizione del teatro in cui l’agiografia di un santo si consumava scenicamente davanti agli occhi del popolo.